La storia ci racconta di come il popolo egizio era solito deporre nelle tombe alimenti e bevande in quanto ritenevano che con la morte cominciava per il defunto una nuova vita e per questo avrebbero avuto bisogno di cibo per sostentarsi. Le stele funerarie e i papiri avevano infatti una funzione di notevole importanza perché riportavano immagini di banchetti unite a questi moniti:
E’ gran lode dell’uomo saggio contenersi nel mangiare,
E’ meglio stentare dalla fame che morire d’indigestione,
Non ti abbuffare di cibo: chi lo fa avrà la vita abbreviata.
Le rappresentazioni della vita degli Egizi raffigurano momenti di vita quotidiana in cui i pasti rappresentati non erano quelli che si consumavano tutti i giorni alle loro tavole, ma veri e propri banchetti celebrati in onore del defunto. Nel 1905 nel cimitero di Deir el-Medina, è stata rinvenuta la tomba dell’architetto Kha e sua moglie Merit che ha permesso non solo di approfondire la conoscenza sulle tecniche di imbalsamazione, ma anche di raccogliere maggiori informazioni sul cibo, sulla cosmesi, sull’abbigliamento e sulla vita quotidiana dell’Egitto durante il Nuovo Regno. Nella tomba del famoso architetto delle piramidi, infatti, sono state ritrovate forme di pane, composte di frutta, una sorta di minestra e carni affumicate che, grazie alle pratiche funerarie e al clima favorevole, hanno permesso la conservazione di questi cibi fino ai nostri giorni, inoltre è da considerare che le acque del fiume Nilo rendevano i campi molto fertili, permettendo anche diversi raccolti all’anno e favorendo l’allevamento. Gli Egizi usavano diversi modi di cottura: in forno, in forme di terracotta riscaldate poi passate in forno o addirittura su pietre arroventate, per insaporire le pietanze si usavano vari tipi di spezie, come cannella, coriandolo, cumino, per i dolci si usava molto il miele, oltre a sciroppi ricavati dalla frutta. C’è da aggiungere che l’alimentazione e la dieta cambiavano a seconda dello strato sociale di appartenenza e del lavoro da svolgere, ed era composta da cereali, frutta e verdura, con una grande abbondanza di latte, olio, fagioli, olive, cipolle e aglio.

IL PANE E LA BIRRA
Tra i cibi più diffusi nell’Antico Egitto vi sono due alimenti base che venivano prodotti a quel tempo: il pane e la birra, la preparazione avveniva attraverso l’utilizzo di vari tipi di cereali, i più usati erano il farro, l’orzo e il grano, quest’ultimo, il più pregiato, porterà l’Egitto a diventare il granaio dell’impero romano. Dall’esame sui denti delle mummie, molto consumati per via della masticazione, è risultato che questi cereali venivano macinati soprattutto dalle donne e nelle macine veniva aggiunta sabbia per rendere più facile il processo di triturazione; la farina di questi cereali, veniva poi impastata con acqua e lievito per formare una pagnotta di pasta cruda non lievitata che era avvolta nell’argilla e poi cotta nel forno a cupola, chiamato tandur, mentre le forme del pane erano di vario tipo, circolare, a fette, a cono o a forma di animali come pesci e arieti, e veniva poi consumato con prodotti che lo addolcivano, come il miele o insaporito con spezie, uva passa o frutta. La bevanda più diffusa dell’Antico Egitto era la birra, prodotta negli stessi laboratori del pane e partendo dallo stesso impasto di farina d’orzo che veniva separato e messo in vasi di acqua riscaldata contenente succo di datteri che ne attivavano la fermentazione, successivamente veniva pressato e il liquido che si otteneva veniva poi filtrato e aromatizzato con spezie e aromi. Il risultato era una birra molto torbida e amara, densa spumosa e molto nutriente, considerata una bevanda molto ricca da un punto di vista energetico che, attraverso il processo di bollitura del mosto d’orzo, era più sana e pulita dell’acqua del Nilo. Gli egizi bevevano anche vino rosso e bianco che veniva travasato da recipienti più grandi a più piccoli per permettere di consumarlo, inoltre veniva classificato apponendo sui recipienti la provenienza e il periodo in cui era stato prodotto, una tecnica moderna e alquanto innovativa a quei tempi.
IL PESCE
Tra gli altri alimenti di cui si nutrivano gli antichi Egizi c’era anche il pesce di fiume, con la tilapia, il tipico pesce nilotico, mentre il pesce di mare era consumato essenzialmente nelle zone vicine al Mar Rosso e al Mediterraneo, importante fonte di proteine e meno costoso della carne, infatti veniva consumato anche dai ceti meno abbienti, era cucinato arrostito, lessato, ma anche essiccato o affumicato oppure messo in salamoia per conservarlo più a lungo.
LA CARNE
La carne era molto costosa e veniva solitamente consumata dalle famiglie più ricche oppure in occasione di cerimonie religiose come dono alle divinità, a volte anche dai lavoratori delle piramidi perché avevano bisogno di più energia; gli animali venivano cacciati con arco e frecce, lance e reti, e tra questi vi erano oche, anatre, piccioni e quaglie, carne bovina e ovina, al contrario del maiale che non veniva mangiato perché attaccato dalla tenia, un verme solitario. Certi tipi di animali erano inoltre oggetto di culto in alcune zone dell’Egitto e mangiarli era un tabu come il serpente, il maiale e la tartaruga, legati a un concetto di negatività e quindi si tendeva a evitarli, al contrario di un animale sacro che poteva indisporre la divinità a cui era consacrato.
FRUTTA E VERDURA
La frutta consumata fresca o essiccata era quella tipica dell’area mediterranea: fichi, uva, sicomori, datteri, carrube, meloni e cocomeri; a partire dal Nuovo Regno (1552-1070 a.C.) divenne assai apprezzata la melagrana, mentre fra la frutta selvatica era molto nota la giuggiola e l’ulivo, oltre alle noci di palma dum, grandi poco più di una mela. Le verdure comprendevano in gran parte leguminose come ceci, fave, lenticchie e piselli, inoltre erano assai usati aglio, cipolla e porri sia come condimento che come cibo a sé; cetrioli e cavoli fanno spesso la loro comparsa sulle tavole imbandite, insieme alla lattuga cui era attribuito un grande potere afrodisiaco.
LE SPEZIE
La vita degli alimenti era molto condizionata dal clima torrido dell’Egitto, per questo gli antichi egizi erano soliti usare spezie come il cumino e il ginepro, il pepe, arrivava dal Levante o dall’Africa Nera mentre dall’Oriente arrivavano l’origano, il dragoncello, la maggiorana e il timo. Le spezie non erano limitate al consumo alimentare, ma erano anche largamente commerciate e utilizzate per la profumeria, infatti, nell’antico Egitto, i profumi avevano note più speziate e piccanti.
Il mangiare insieme era senza dubbio un elemento di convivialità per il popolo egizio, la condivisione del cibo e la sua valenza simbolica come dono per gli dei sono elementi fondamentali della cultura egizia così come le tecniche di preparazione degli alimenti e la relativa conservazione arrivate fino ai nostri giorni, le raffigurazioni dei banchetti e i rinvenimenti nelle tombe dei faraoni ce lo dimostrano e ci fanno capire come per questo popolo, così ingegnoso e affascinante, il cibo era anche nutrimento per l’anima nell’aldilà, dove la vita sarebbe stata molto simile a un’esistenza terrena ideale.
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