CULTURA

STORIA E ARCHEOLOGIA IN UN VIDEOGAME. ASSASSIN’S CREED: ORIGINS

Che la storia al giorno d’oggi possa essere trasmessa con altre piattaforme diverse dai cari, vecchi e polverosi manuali, libri e saggi è un dato di fatto. E il franchise di Assassin’s Creed, fortunata serie di videogiochi a tema storico ideata dalla casa videoludica franco-canadese Ubisoft, da oltre dieci anni si propone di raccontare i periodi storici che più hanno segnato la storia dell’umanità: il primo capitolo della serie era ambientato in Terra Santa durante la Seconda Crociata, e negli anni i videogiocatori sono stati catapultati in ambientazioni mozzafiato, quali l’Italia Rinascimentale, la Costantinopoli ottomana o i Caraibi dell’epoca d’oro dei pirati, fino ad arrivare all’America e alla Francia al tempo delle due rivoluzioni che segnarono la fine del XVIII secolo.

L’anno scorso la 21st Century Fox ha addirittura prodotto un film della serie, con protagonista un Michael Fassbender nei panni di un assassino spagnolo all’epoca della Santa Inquisizione. Particolarità di Assassin’s Creed, oltre alle storie avvincenti al cardiopalma, sono anche le ricostruzioni storiche decisamente più che buone, che puntano a una riproduzione quasi perfetta degli usi, dei costumi, del linguaggio e addirittura del combattimento d’epoca, con continui riferimenti agli eventi più salienti dei periodi storici analizzati, che volta per volta influenzano le storie dei nostri protagonisti.

Quest’anno, gli amanti del mondo virtuale hanno potuto mettere le mani su Assassin’s Creed: Origins, decimo capitolo della saga. La storia è ambientata nell’Egitto tolemaico nella seconda metà del I secolo a.C., ovvero agli sgoccioli dell’epoca ellenistica. Il gioco comincia a Siwa, la meravigliosa oasi nella quale, stando a quanto riporta Plutarco, Alessandro scoprì di essere il figlio di Zeus Ammon.

Il protagonista è Bayek, uno degli ultimi medjay, una stirpe nubiana che durante l’epoca del Nuovo Regno svolgeva la funzione di guardie del corpo faraoniche. Bayek, rapito da degli oscuri figuri, è costretto suo malgrado ad assistere alla morte di suo figlio, il piccolo Khemu, brutalmente ucciso da cinque uomini intenzionati a risvegliare un antico potere, situato in una cripta nascosta del tempio di Amon. Il sentimento di vendetta dilanierà il medjay Bayek e sua moglie Aya, che si metteranno in viaggio per tutto l’Egitto per rendere giustizia al loro figlio. La loro avventura li porterà ad Alessandria, a Menfi, a Giza, a Cocodrilopoli, a Heraclèion e in tutti gli angoli più remoti dell’antico Egitto, e scopriranno che gli uomini che hanno ucciso il piccolo Khemu sono gli stessi che hanno intenzione di attuare un oscuro piano che sconvolgerà la terra dei Faraoni.

Oltre a una trama appassionante, vorticosa e ricca di colpi di scena, quel che stupisce di Assassin’s Creed: Origins è l’enorme mole di lavoro svolta dai programmatori, senz’altro frutto di un duro e lodevole lavoro di studio e di ricerca. Tutte le città dell’antico Egitto sono ricostruite con cura certosina, con palazzi, templi e santuari riproposti nei minimi dettagli. Dopo poche ore di gioco, il giocatore si ritroverà infatti ad Alessandria, la capitale dell’Egitto tolemaico, crocevia di Greci, Macedoni, Romani ed Egizi, il cui spirito multiculturale è ben rimarcato nel gioco.

Passeggiando, correndo o galoppando a cavallo per le strade di Alessandria (la cui mappa virtuale è del tutto fedele alla ricostruzione proposta dallo studioso Mahmoud El-Falaki) si potranno vedere o addirittura visitare il Mousèion, il Faro, il Santuario di Serapide, la tomba di Alessandro Magno e la leggendaria Biblioteca di Alessandria, quasi come se ci ritrovassimo in una vera e propria passeggiata archeologica. Quando invece il nostro Bayek si ritroverà a Giza, rimarremo senza fiato di fronte alle gigantesche piramidi dei Faraoni (che potremo persino scalare!) e alla monumentale Sfinge, ricostruita graficamente con perizia di dettagli.

Ma non sono solo i grandi monumenti a essere riprodotti con sorprendente precisione storica, che è anche ben visibile in alcuni luoghi più “umili” in cui ci ritroveremo nel corso della nostra avventura nel passato: solo per citare un paio di esempi, troveremo infatti un bordello (“lupanar”) su cui muri troviamo affreschi a tema “piccante”, che ricordano indubbiamente le pitture erotiche di Pompei, e dei quadri di famiglia situati in alcune case, molto somiglianti ai ritratti affrescati ritrovati nel Fayyum. Per i più curiosi, il gioco prevede addirittura una serie di bizzarri aneddoti, mostrati al giocatore durante la schermata di caricamento: quanti di voi sapevano, ad esempio, che Cleopatra parlava fluentemente ben nove lingue? O che Cesare aveva l’abitudine di appisolarsi in orari insoliti per paura di essere ucciso nel sonno?

E se non a tutti garba l’idea di seguire una lezione di storia in formato videoludico, saranno la vivacità e la grinta di questo gioco a conquistarvi. Come tutti i capitoli della saga, anche Assassin’s Creed: Origins si fa valere per le sue ambientazioni vivaci, per i suoi combattimenti entusiasmanti e per i suoi frenetici inseguimenti, nonché per una storia interessante e ricca di colpi di scena, che pone il giocatore nella continua condizione di chiedersi come andrà a finire. A rigor di giustizia, c’è da dire che alcune riproposizioni storiche e archeologiche non sono del tutto esatte: alcuni soldati romani e tolemaici sono mostrati, ad esempio, con addosso delle armature fantasiose e storicamente parlando poco veritiere, e alcuni eventi storici sono stati leggermente deformati per renderli coerenti con l’avventura del medjay Bayek.

Ma nel complesso, la ricostruzione storica di un periodo spinoso e complicato come gli ultimi decenni dell’epoca repubblicana romana e del mondo ellenistico è semplicemente esemplare, dettagliata al punto giusto senza mai scadere nel becero nozionismo.  Storia e archeologia si coniugano alla perfezione in un’avventura che terrà il videogiocatore incollato allo schermo per ore intere! Chi l’avrebbe mai detto che lo studio della storia antica si sarebbe rivelato così divertente?

Michele Porcaro

Copyright Photo: Copertina;

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