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CORONAVIRUS: ULTIME NOTIZIE DAL RESTO DEL MONDO

Mentre il nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per contenere la diffusione del COVID-19, è pronto a stringere ulteriori giri di vita attorno alle restrizioni che i cittadini italiani dovranno rispettare, secondo l’ultimo bollettino della Johns Hopkins University i contagi registrati finora a livello globale si aggirano attorno ai 937.091, mentre il totale dei decessi ha raggiunto quota 47.231, con le persone guarite sono 193.764,

E mentre casi di Coronavirus stanno per raggiungere il primo milione

 

Qual è la situazione più dettagliata della diffusione della pandemia nel resto del mondo?

 

Spagna

Infermiere spagnole (Copyright immagine)

Sono in pericolosa crescita i casi di decessi per il COVID-19 in Spagna. Le vittime, che ieri si aggiravano attorno al 1.000 morti, sta salendo vertiginosamente nelle ultime 24 ore per un totale di 110.300 casi registrati. E mentre il sistema sanitario nella penisola iberica è vola a picco verso il collasso, la maggior parte dei siti Airbus in Spagna sta unendo le sue forze per produrre in 3D dei telai per delle visiere protettive per gli addetti sanitari.I

 

Francia

Emergenza sanitaria in Francia (Copyright immagine)

Mentre in Francia i morti con il Coronavirus hanno superato quota 4mila, negli ospedali parigini sono terminati i posti disponibili in rianimazione per assistere chi ha contratto il Covid-19.  Nonostante la gravissima situazione, il primo ministro Edouard Philippe ha spiegato che è “probabile” che la Francia proceda alla fine del confinamento dei suoi cittadini “non in una sola volta e per tutti“, aggiungendo che il Governo “sta studiando la possibilità di fine dei confinamenti su base regionale, o in funzione dei risultati dei test o di classi di età.

 

Gran Bretagna

Fermata dei bus a Londra (Copyright immagine)

Negli ultimi giorni il governo di Londra sta correndo ai ripari dopo le sparate di Boris Johnson che, il 12 marzo scorso, aveva invitato i cittadini britannici a prepararsi a “perdere i propri cari prima del tempo” a causa del coronavirus. Da allora la situazione è peggiorata in maniera sensibile, al punto da sfiorare i quasi 30mila casi censiti, soprattutto a Londra, per un totale di quasi 2000 decessi. Nonostante questi numeri e il timore di un sistema sanitario poco capace di gestire l’emergenza, non è stato emesso nessun obbligo di lockdown.

 

Germania

Berlino e l’importanza delle mascherine (Copyright immagine)

Con oltre 70mila casi di contagio accertati e quasi 1.000 decessi, secondo le cifre fornite oggi dal Robert Koch Institut, le misure di contenimento in Germania saranno prolungate -ma non di certo inasprite- fino al 19 aprile, come stabilito durante una teleconferenza tra presidenti dei Land tedeschi e il governo federale alla presenza della Angela Merkel. La cancelliera ha confermato nuovamente le chiusure di “bar, club, discoteche e simili, ma anche musei, teatri, sale da concerti, fiere, cinema, parchi, attività sportive all’aperto”, così come non saranno più accessibili i parchi gioco per l’infanzia, né le “piscine, palestre e altre strutture sportive”, arrivando a citare persino “i bordelli” tra le attività da chiudere. Inoltre “viene regolata anche la distanza dei tavoli nei ristoranti”, che comunque dovranno chiudere al massimo alle 18.

 

Russia

In Russia, nelle ultime 48 ore, le autorità sanitarie hanno confermato 771 nuovi contagi da SARS-CoV-2, per un totale di quasi 4.000 infetti. E mentre è proprio la capitale Mosca a essere la città dove sono stati registrati più casi (circa 600), il Cremlino ha appena dichiarato che il Presidente Vladimir Putin è risultato negativo al test, visto che si temeva per la sua salute dopo l’incontro con  il dottor Denis Protsenko, il medico dell’ospedale di Kommunarka che recentemente ha scoperto di essere malato. Intanto il Parlamento russo ha approvato un pacchetto di leggi per contrastare la diffusione del Coronavirus che prevederanno 7 anni di carcere per chi, malato, violerà la quarantena.

 

USA

 Tendoni ospedalieri improvvisati a Central Park (Copyright immagine)

Il numero complessivo dei morti nel Paese sta salendo a quota 6mila, con 5.200 casi registrati. Lo stato di New York è quello più colpito, seguito dal New jersey e dalla California, anche se nuovi focolai si stanno diffondendo in Lousiana e in Michigan. E mentre Trump avverte dai suoi microfoni che “le prossime due settimane saranno molto ma molto dolorose” per il popolo americano, continuano a non esserci ulteriori limitazioni per arginare il virus se non una calda raccomandazione al distanziamento sociale e a evitare assembramenti di più di dieci persone alla volta. Una mancanza di regole che andrà a discapito soprattutto degli indigenti che non potranno di certo economicamente permettersi di curarsi, secondo le scellerate norme del sistema sanitario americano.

 

Sudamerica

Il Cristo Redentore di Rio omaggia i Paesi più colpiti dal virus (Copyright immagine)

Dal Cile al Perù, fino a Bolivia, Brasile o Guatemala, stare in quarentena vuol dire per buona parte della popolazione che lavora in modo informale non avere alcuna fonte di guadagno o perdere il lavoro senza alcun tipo di ammortizzatore sociale. Proprio per questo, non è prevista per i sudamericani nessuna quarantena coatta, decisione che si pensa porterà, di fatto, a un’angosciante e ingestibile diffusione di quello che in Cile chiamano “il virus dei fighetti“, visto che primi casi si sono avuti nelle persone che durante le vacanze estive di febbraio hanno viaggiato in Europa.

In Brasile Bolsonaro, dopo aver detto che il Covid-19 è poco più di un’influenza, ha ribadito che “il Brasile (che conta il maggior numero di casi nel continente) non può fermarsi, altrimenti diventerà un altro Venezuela, un terreno fertile per la violenza. (…) La gente non ha cibo da portare a casa. Nessuno nega il problema del virus, ma abbiamo anche quello della disoccupazione”. Atteggiamenti criticati dalle associazioni sanitarie del paese e da molte autorità, tra cui il sindaco di Sao Paolo che ha invitato la popolazione a non ascoltarlo.

Intanto il governo del Messico ha dichiarato per un mese lo stato di “emergenza sanitaria per cause di forza maggiore“, una misura che gli consente di avere ampi poteri per adottare misure straordinarie per far fronte alla pandemia di Coronavirus, che nel Paese registra 1.094 positivi e 28 morti.

Rivolte in Brasile per il pane (Copyright immagine)

 

 

Africa

 I nuovi mercati in Nigeria (Copyright immagine)

Salgono di giorno in giorno i contagi nel continente africano. Attualmente i paesi colpiti sono 48. L’allarme direttore del Comitato internazionale della Croce Rossa per l’Africa riguarda le conseguenze devastatrici per la popolazione e i sistemi sanitari che la pandemia può provocare nel Continente. Diverse conferenze episcopali si sono allineate con quanto stabilito dalle autorità civili sospendendo tutte le celebrazioni e le attività pastorali, esortando all’uso dei media per la trasmissione delle Messe ed invitando i fedeli alla preghiera e al digiuno per il forte timore che l’Africa, dolorosamente sprovvista di strutture sanitarie adeguate, possa diventare ben presto un’incubatrice per la pandemia.

 

Iran e India

Sono oltre 50mila i casi e tremila i morti in Iran dall’inizio dell’emergenza coronavirus. Lo ha riferito il portavoce del ministero della Sanità di Teheran, dando la notizia di altri 124 decessi nelle ultime 48 ore che hanno portato il bilancio complessivo a 3.160 morti che sono sensibilmente prossimi ad aumentare a causa di mancanze di restrizioni da parte del Governo.

In India invece i poliziotti, per contenere le uscite, stanno iniziano a rincorrere i cittadini a suon di disinfettante e spranghe di ferro, il tutto mentre continua l’esodo biblico degli indiani dalle grandi città come Delhi ai villaggi, quadro che già si preannuncia carico di esiti devastanti.

Poliziotti vestiti da COVID-19 in India (Copyright immagine)

Cina

Primo ciclo di ritorno del virus in Cina (Copyright immagine)

Come temuto da numerosi studi scientifici, la Cina sta vivendo una prima ondata di ritorno del COVID-19. Nonostante Pechino bbia ufficialmente registrato solo 36 nuovi casi, di cui 35 importati, la contea di Jia, nell’Henan confinante con l’Hubei (epicentro della pandemia), è stata sottoposta a un nuovo isolamento. I residenti dell’area, 600mila, dovranno avere permessi speciali per uscire di casa e per andare al lavoro, sottoponendosi a controllo della temperatura e indossando le maschere facciali mentre L’Oms chiede ai governi “misure di welfare per garantire alle persone vulnerabili cibo e altri elementi essenziali” durante questa seconda quarantena che nei prossimi giorni potrebbe sensibilmente, nuovamente impennare.

 

 

 

 

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