Infischiandosi delle leggi di Keplero, la notte tra il 20 e il 21 luglio 1969 è stata la Terra a girare attorno alla Luna.
L’allunaggio è stato uno dei eventi storici più importanti del Novecento, con circa 900 milioni di persone s’incollate di fronte alla Tv per seguire la diretta del viaggio stellare (oltre 20 milioni erano italiani).
La passeggiata dei moderni Astolfo ariosteschi Neil Armstrong e “Buzz” Aldrin stava in quel momento segnando anche una tregua politica momentanea ai rancori e ai disordini globali di quegli anni.

(da destra) Neil A. Armstrong, Michael Collins e Edwin “Buzz” Aldrin (Copyright immagine)
Il programma Apollo era nato, infatti, sulla scia della Guerra Fredda tra Stati Uniti e l’Unione Sovietica, spronata soprattutto dal famoso discorso tenuto dal Presidente John Kennedy il 25 maggio 1961 davanti al Congresso:
«Io sono convinto che questa nazione debba impegnarsi a raggiungere l’obiettivo, prima che questo decennio finisca, di far atterrare un uomo sulla Luna e di farlo tornare sano e salvo sulla Terra.»
Dopo numerosi tentativi di astronavi precedenti di conquistare il suolo lunare, l’operazione era stata affidata all’Apollo 11, pronto a partire dalla base di Cape Canaveral, in Florida.

Famiglie incollate davanti alla TV per il primo sbarco dell’uomo sulla Luna (Copyright immagine)
A rivoluzionare le dinamiche della riuscita, era stato l’ingegnere spaziale John Houbolt che aveva avuto l’ardire di scrivere una lettera direttamente a Robert Seamans, il numero due della NASA, proponendogli una soluzione alternativa rispetto ai fallimentari esperimenti precedenti: arrivato in orbita lunare, il veicolo spaziale avrebbe dovuto sganciato un piccolo modulo che sarebbe poi sceso sulla Luna con due astronauti, il modulo sarebbe poi ripartito agganciandosi al veicolo-madre che lo avrebbe atteso in orbita.
Gli astronauti sarebbero infine passati nel veicolo principale (dove li attendeva il loro collega), prendendo la via della Terra dopo essersi liberati del modulo lunare.
Questa ardita soluzione che riduceva drasticamente il peso del veicolo lunare e quindi i costi si rivelerà fondamentale per la conquista da parte dell’Uomo della Luna.

Apollo 11 (Copyright immagine)
Quando Eagle si separò, infatti, da Columbia, gli astronauti iniziarono la manovra di discesa verso il punto di atterraggio, individuato dagli scienziati in base alle immagini ravvicinate riprese negli anni precedenti dalle sonde automatiche inviate sulla Luna.
Da quel momento, con Neil Amstrong che, appiedato per la prima volta sul suolo lunare dichiarerà in estasi:
«Ora scendo. Sarà un piccolo passo per un uomo, ma un gigantesco passo per l’umanità!»
…nulla più sarebbe stato più fantascienza, ma Storia.
(Copyright immagine in evidenza)
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