La biodiversità identifica la ricchezza di vita sulla terra: piante, animali, microrganismi e il loro patrimonio genetico. Questa varietà non si riferisce solo alla forma e alla struttura degli esseri viventi, ma include anche la diversità intesa come abbondanza, distribuzione e interazione tra le diverse componenti del sistema.
Ciascuna specie riveste un ruolo specifico nell’ecosistema in cui vive e proprio in virtù del suo ruolo aiuta l’ecosistema a mantenere i suoi equilibri vitali. Quando tali equilibri si rompono, accade che alcune di queste specie rischiano di essere compromesse nella possibilità di perpetrare la propria esistenza.
È proprio per questo che alcuni esseri viventi nel corso del tempo si sono estinti, per via della loro incapacità di far fronte alla rottura di equilibrio. E quel che spesso sfugge è la circostanza per cui garantire la biodiversità sul nostro pianeta implica quale naturale conseguenza, proprio la salvaguardia della stessa specie umana.
Eppure l’uomo si è rivelato spesso un killer inconsapevole ed ha con le sue condotte danneggiato proprio quella biodiversità da cui avrebbe dovuto trarre vantaggio.
Abbiamo deciso di condurre una ricerca e di presentarvi alcune specie animali che “non ce l’hanno fatta”… Proprio a causa dell’uomo.
LA TIGRE DI GAVA
Si tratta di un felino che ha vissuto molti secoli in libertà, ma che nel corso degli ultimi decenni ha visto distruggere il proprio habitat naturale per via dell’urbanizzazione delle aree in cui era insediato. Ciò ne avrebbe causato la definitiva scomparsa, circostanza che si fa risalire al 1994. Oltre alla deforestazione e alla conseguente urbanizzazione, pare che il felino abbia patito la caccia serrata per mano delle tribù indonesiane.
IL GRIZZLY DELLA CALIFORNIA
Si tratta di uno degli animali più rappresentati sulle bandiere americane, eppure da almeno un secolo di lui non v’è più traccia.
All’inizio degli anni Venti venne cacciato perché ritenuto una minaccia per il processo di urbanizzazione interno, e in seguito venne sfruttato per combattere contro i tori. In pochi anni se ne determinò la scomparsa definitiva.
L’ORSO DELL’ATLANTE
Animale indigeno africano, a fine ‘800 è scomparso a causa della caccia selvaggia messa in atto da Marocco e Algeria. Gli ultimi esemplari pare siano stati soppressi intorno alla fine del 1800.
IL QUAGGA DEL SUDAFRICA
Si tratta di una delle specie più cacciate del 19esimo secolo, perché reputato come minaccioso per pecore e capre. Era una specie di zebra con le strisce nere solo sulla parte anteriore del corpo.
Il pellame pregiato lo rese un obiettivo interessante per cacciatori e bracconieri e le incessanti attività di caccia costrinsero l’animale a spostarsi in habitat inidonei. Questo ne determinò l’estinzione. L’ultimo esemplare avvistato risale al 1878.
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