« Una sera passeggiavo per un sentiero, da una parte stava la città e sotto di me il fiordo… Mi fermai e guardai al di là del fiordo, il sole stava tramontando, le nuvole erano tinte di rosso sangue. Sentii un urlo attraversare la natura: mi sembrò quasi di udirlo. Dipinsi questo quadro, dipinsi le nuvole come sangue vero. I colori stavano urlando. Questo è diventato L’urlo »
Edvard Munch
Quando dipinsi una prima versione de ‘’ l’Urlo’’ era 1893. Ne seguirono altre quattro di cui l’ultima la realizzai nel 1910.
Mi trovavo su di un ponte in salita nel quartiere di Oslo, in Norvegia. Osservavo il paesaggio e tutto ciò che provavo non era altro che sgomento.
Ciò che raffiguro è strazio: l’urlo è l’angoscia .
Attraverso la forma ed il colore sono riuscito a trasmettere in voi spettatori un’espressione diretta del mio animo. L’angoscia e lo smarrimento dipinto, segnarono tutta la mia vita. E’ come una sorta di autobiografia dipinta olio su tela. Il mio Urlo è il grido di un animo tormentato che non può esser udito dal genere umano. Ecco perché i due uomini sullo sfondo sembrano esser impassibili.
Il soggetto in primo piano è dilaniato dall’angoscia, perdendo la propria figura umana: è più simile ad un ectoplasma che si dissolve nella natura, con occhi sbarrati e labbra nere. Una bocca distorta cosi come lo è il paesaggio. Soltanto i due personaggi sullo sfondo ed il ponte sembrano mantenersi in equilibrio.
L’Urlo è la raffigurazione dell’impotenza dell’uomo dinanzi alla supremazia della natura, una natura matrigna di fronte alla quale, l’umanità è inerme ed impotente.
Era una sera d’estate quando mi ritrovai a passeggiare con due amici sul fatidico ponte. Ciò che provai osservando quel tramonto che macchiava di sangue il cielo, ispirarono in me una serie di dipinti che chiamai ‘’Fregio della vita’’.
Christian Krohg, pittore, scrittore e giornalista norvegese, fu un mio grandissimo amico e una volta di me scrisse in un articolo :
« Dipinge le cose, o piuttosto, le vede, in maniera diversa da altri artisti. Vede solo l’essenziale, che naturalmente è solo quello che dipinge. Proprio per questo motivo, le immagini di Munch sono in genere «incomplete», come le persone hanno già avuto modo di constatare da soli. Oh, sì che sono complete invece! […] Un’opera d’arte è completa solo quando l’artista riesce ad esprimere tutto quello che aveva in mente: è proprio questo che colloca Munch all’avanguardia rispetto alla sua generazione… Riesce veramente a mostrare i suoi sentimenti, le sue ossessioni, e a questo subordina tutto il resto. »

Primo schizzo de ”LUrlo” di Munch
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