Nato durante gli anni della Grande Depressione, a San Francisco il 31 maggio del 1930, Clint Eastwood ha vissuto il primo decennio della sua vita spostandosi da una parte all’altra della costa occidentale statunitense. Suo padre, infatti, era uno degli operai che negli anni della crisi economica ha dovuto viaggiare spesso alla ricerca di un impiego anche temporaneo, cosa che ha portato il giovane Clint a passare da una scuola all’altra e a sviluppare un carattere molto riservato e timido.
Spaghetti Western
Protagonista di oltre 60 film, autore di oltre 40, 4 Oscar: 2 per la regia e 2 come miglior film e alla carriera. Un palmares strabiliante per il ragazzo di San Francisco che diventò una celebrità quasi per caso. E grazie al regista italiano, Sergio Leone, che lo vuole come protagonista, il tenebroso Uomo senza nome, nella Trilogia del dollaro, la quale comprende tre capi saldi del genere spaghetti western: “Per un pugno di dollari” (1964), “Per qualche dollaro in più” (1965) e “Il buono, il brutto e il cattivo” (1966). La fama e la notorietà raggiunte in Europa approdano ben presto anche negli USA, dove viene scritturato per “Impiccalo più in alto” (1968), consacrando l’attore definitivamente come icona western.
Con il successo di questi capolavori cinematografici, Clint Eastwood diventa una star, ma soprattutto un’icona, anche di stile. Grazie alla sua espressione indecifrabile e al suo sorriso beffardo, nonché al poncho messicano inciso nella memoria collettiva.
Consapevole dell’effetto che produce la sua impassibilità, Clint Eastwood sceglie di essere una faccia di pietra.
Leone ci ironizzava su, notissima la sua frase “Clint ha due sole espressioni: col cappello e senza”, però sapeva bene quanto carisma conferisse al suo protagonista quell’espressione imperturbabile.
Clint Eastwood, la regia
Col tempo, soprattutto quando sarà regista di sé stesso, il suo uomo a una dimensione si affinerà, senza mai rinunciare al pudore e al riserbo di un character che, alle parole, preferisce decisamente l’azione.
Grande attenzione pone alle figure femminili delle sue pellicole, prima tra tutte la meravigliosa Ilary Swank in “Million Dollar Baby”; Meryl Streep in “I ponti di Madison County” – casalinga devastata di un incontro casuale – e Angelina Jolie in “Changeling”, mamma determinata a recuperare il figlio rapito.
Donne combattive, ritratte con grazia e onestà. Senza sovrastrutture legate al femminile, come poteva solo la sensibilità ruvida di Clint Eastwood.
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