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IL CASO ALDO MORO: I MIGLIORI LIBRI DA LEGGERE

Il 16 marzo 1978 alle ore 9.02 in via Mario Fani, nel quartiere romano della Camilluccia, un commando delle Brigate Rosse bloccò le auto sulle quali viaggiavano il Presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, e gli agenti della sua scorta. Dopo lo scontro a fuoco in cui morirono i cinque uomini della sua scorta Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi, Aldo Moro fu trascinato fuori della propria auto e caricato su una Fiat 132 blu con targa del corpo diplomatico «CD 19707».

I brigatisti riuscirono a dileguarsi nel traffico. Poco dopo rivendicano l’azione con una telefonata all’agenzia Ansa: «Questa mattina abbiamo rapito il Presidente della Democrazia cristiana ed eliminato la sua scorta, le “teste di cuoio” di Cossiga», allora Ministro dell’Interno.

La strage di via Mario Fani e il sequestro Moro furono compiuti emblematicamente nel giorno in cui il Parlamento avrebbe votato la fiducia ad un governo a conduzione democristiana, con il sostegno esterno del Partito Comunista italiano (PCI) di Enrico Berlinguer. Dopo una detenzione di 55 giorni durante la quale le Brigate Rosse richiesero invano uno scambio di prigionieri con lo Stato italiano, Moro fu sottoposto a un processo politico da parte del cosiddetto «tribunale del popolo», istituito dalle stesse BR, e quindi ucciso il 9 maggio. Il suo cadavere fu ritrovato quello stesso giorno nel bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata in via Michelangelo Caetanei, un luogo simbolico e strategico perché prossimo sia a via delle Botteghe Oscure, sede nazionale del Partito Comunista Italiano, sia a Piazza del Gesù, in cui si trovava la sede della Democrazia Cristiana, di cui Moro era Presidente. A quarantacinque anni da quella drammatica e intricata pagina della nostra storia contemporanea, abbiamo pensato ad una selezione di libri per comprendere meglio la figura dello statista democristiano e il mistero intorno al suo rapimento e alla sua scomparsa. Un evento che ancora oggi provoca speculazioni e sospetti sulla sua esecuzione. Saggi, lettere, diari, testimonianze: per non dimenticare il Presidente della DC e i cinque agenti rimasti coinvolti nell’attentato.

ALDO MORO, LETTERE DALLA PRIGIONIA Nei 55 giorni di reclusione in via Montalcini, Aldo Moro scrisse novantasette lettere, alcune delle quali furono secretate dal Parlamento dopo il primo processo. Il politico, storico e saggista, Miguel Gotor, riordina cronologicamente l’intero carteggio (con alcune lettere mai prima d’ora pubblicate), quello politico, rivolto ai vertici della Democrazia Cristiana, ma anche alle principali cariche dello Stato e a papa Paolo VI, e quello privato indirizzato alla moglie Eleonora e ai figli. Un’edizione accurata frutto di un imponente lavoro storiografico e filologico che offre al lettore un quadro storico di quegli anni e lo scritto più scabro e nudo della storia d’Italia. (Einaudi, pagg.406, 14,00 euro)

LEONARDO SCIASCIA, L’ AFFAIRE MORO La frase più mostruosa di tutte: qualcuno è morto al momento giusto”. Questa citazione, tratta da La provincia dell’uomo. Quaderni di appunti 1942-1972 di Elias Canetti, apre L’affaire Moro, il pamphlet scritto di getto da Leonardo Sciascia e pubblicato nel settembre 1978, a pochi mesi dalla morte di Aldo Moro. Lo scrittore siciliano raccolse lettere, resoconti, articoli di giornale, testimonianze dando vita, con l’acume e lo scrupolo che sempre aveva verso qualsiasi documento, ad un’opera di verità. Sciascia muove la sua denuncia partendo dalle lettere scritte dal Presidente della DC nel periodo compreso tra il 16 marzo e il 9 maggio 1978, considerate dai giornalisti e dai politici italiani come opera di un pazzo o comunque prive di valore perché risultanti da una costrizione, fino ad arrivare all’ascolto e alla partecipazione di Giuseppe Giacovazzo, un ex collaboratore di Moro. L’autore, inoltre, cerca di rispondere alla domanda: da chi fu davvero condannato Aldo Moro? Dalle Brigate Rosse o piuttosto da quello Stato che rifiutò ogni trattativa con i brigatisti? Il testo nella sua ultima edizione (1983) contiene anche la relazione di minoranza presentata dallo stesso Sciascia come membro della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani, il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, la strategia e gli obiettivi perseguiti dai terroristi. Una relazione che consente al lettore di notare tutti i ritardi e le imprecisioni che avvolgono il caso Moro ed evidenziare la funzione della letteratura e in questo caso dell’opera di Sciascia, indispensabile, nel raccontare la storia e i grandi uomini che l’hanno fatta. (Adelphi, pagg.197, 12,00 euro)

ANTONIO FERRARI, IL SEGRETO Antonio Ferrari lo scrisse nel 1981, incaricato dalla direzione del Corriere della Sera, di strutturare un romanzo-verità su quegli anni di violenza politica e di terrorismo rosso e nero fino alla scoperta della loggia massonica P2 che gettò un’ombra oscura sulla storia dell’Italia del secondo dopoguerra e che travolse anche il quotidiano nazionale allora diretto dal giornalista Franco Di Bella. Rifiutato dalle più grandi case editrici perché ritenuto scomodo, “troppo vero e imbarazzante per tutti”, tenuto nel cassetto per trentacinque anni, Il segreto riuscì a vedere la luce nel settembre 2017, diventando ben presto un caso editoriale. Con l’artificio letterario e attraverso un processo di scavo e avvicinamento alla verità, Ferrari, sposando la sua missione di vero giornalista, racconta il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro, l’attacco al cuore dello Stato avvenuto dal 16 marzo al 9 maggio 1978.  Un romanzo ambizioso e coraggioso, pieno di intrecci sorprendenti che avvalora la tesi di un grande complotto internazionale degli anni di piombo. Tutto ha inizio a Washington, al Marriot Hotel. Nessuno dei convocati sa qual è veramente la posta in gioco. Nemmeno Ron James Stewart, un agente segreto americano pronto a tutto, una figura che si rivelerà centrale nella vicenda. E’ Ronald Stark, infiltrato delle Br arrestato a Bologna per droga, poi — letteralmente — fu lasciato scappare dalla prigione e morì in circostanze poco chiare nelle Antille nel 1985.Il modo migliore per avvicinarsi a questa storia è cominciare dalla sua fine, ossia leggendo la postfazione dell’autore. Un romanzo nel romanzo per i “giovani che in quegli anni non c’erano e che scopriranno che cos’era l’Italia di allora, il terrorismo, la rabbia di chi si sentiva escluso, le aspre battaglie politiche, le maldicenze, la paura”. (ChiareLettere, pagg.323, 12,00 euro)

ROBERTO FAGIOLO, TOPOGRAFIA DEL CASO MORO Roberto Fagiolo, autore e consulente televisivo, ricostruisce i 55 giorni del sequestro dello statista Aldo Moro che cambiarono per sempre il nostro Paese, attraverso la mappatura dei luoghi di Roma che fecero da cornice agli eventi che hanno caratterizzato quei drammatici giorni. Ogni capitolo del libro è intitolato a un luogo: da via del Forte Trionfale, la strada di casa, la casa dei cento Natali, come la chiama Maria Fida Moro (un rifugio dolce e lieto, dove sembrava sempre Natale) a via Mario Fani, luogo dell’agguato e del rapimento del politico della DC avvenuto il 16 marzo 1978. Dalla tipografia di via Foà  passando per lo studio privato di Moro in via Savoia, fino a via Caetani, luogo del triste epilogo: il rinvenimento del corpo di Aldo Moro accaduto il 9 maggio dello stesso anno.Topografia del caso Moro è un racconto originale che propone, in una nuova lettura, l’intera vicenda del rapimento di Aldo Moro.  Un autentico documento sul Caso Moro, aggiornato con tutte le novità emerse dai lavori della Seconda Commissione Moro voluta dal governo Renzi e chiusa nel dicembre 2017.  (Nutrimenti, pagg. 205, 16,00 euro)

MARCO FOLLINI, VIA SAVOIA. IL LABIRINTO DI ALDO MORO Braccia dietro la schiena, un poco incurvato nel doppiopetto scuro: è Aldo Moro che passeggia solitario nei giardini della Farnesina. È il ritratto originale del Presidente della Dc che Marco Follini ha voluto per la copertina del suo ultimo libro Via Savoia. Il labirinto di Aldo Moro. Il giornalista e politico, folgorato sin da ragazzo dall’incontro con Moro, a un congresso, ci presenta un lavoro originale ed inedito che tiene fuori Moro da quel terribile calvario durato 55 giorni. Un ritratto personale e psicologico di un uomo potente, tormentato e fragile che restituisce ai lettori aneddoti, segreti e dettagli mai svelati.   Il viaggio dietro le quinte della vita del leader democristiano inizia da via Savoia 88, dal suo rifugio, il suo ufficio privato, ubicato in una zona tranquilla non lontana da Villa Borghese, dove si rintanava come in un «guscio». Un luogo lontano dai palazzi del potere dove poter lavorare ma soprattutto guardare a quel famoso «dopodomani» evocato nell’ultimo discorso di fronte alla platea dei deputati e senatori democristiani nell’auletta dei gruppi parlamentari della Camera dei deputai il 28 febbraio del 1978. Aveva scelto per sé un ufficio elegante ma non sontuoso, nascosto in un quartiere silenzioso e un po’ defilato come a presidiare se non proprio una tranquilla solitudine quantomeno una prudente distanza dagli affanni – quelli propri e quelli del suo mondo. Quel luogo era abbastanza lontano da casa e dai palazzi. Un luogo protettivo e appartato, e protettivo appunto perché appartato. Scomodo, forse, sotto questo profilo. Ma in compenso utile a difender- si dagli assalti della quotidianità  – quella altrui, soprattutto. Era più un rifugio che una corte. Nelle pagine di Follini, come sottolinea nella prefazione Marco Damilano “c’è tutto quello che non resta nelle analisi, nelle biografie o negli studi degli storici”. (La Nave di Teseo, pagg.224, 16,00 euro)

GIOVANNI FASANELLA, IL PUZZLE MORO Il cadavere di Aldo Moro fu trovato in via Caetani nel bagagliaio di una Renault 4 rossa il 9 maggio 1978, cinquantacinque giorni dopo il suo sequestro. Ma chi ha voluto il sequestro e la morte del Presidente Moro? Perché proprio lui? Il giornalista e saggista Giovanni Fasanella ricostruisce, con minuzia, la catena di fatti sul caso Moro sulla quale tutt’oggi aleggiano ancora dubbi e misteri, mettendo insieme architettonicamente i tasselli del “puzzle”, della parabola politica e culturale del grande statista. Fasanella, dopo quarant’anni di indagini giornalistiche, di ricerca continua e appassionata, racconta le vicende relative alla genesi, al compimento del rapimento e dell’uccisione di Moro. Un delitto politico, il più grave della storia della Repubblica, che decretò la fine della democrazia italiana e l’inizio della sua demolizione. Grazie al suo impegno e al suo lavoro senza sosta, Fasanella è riuscito  a risalire a documenti scovati negli archivi britannici e italiani, consegnando al lettore, a chiunque voglia avvicinarsi alla verità, alla vicenda Moro, un testo di prezioso valore storico e politico. Come scrive Fasanella nella prefazione de Il Puzzle Moro : “Il caso Moro non è un cold case da protrarre all’infinito, in cui scoprire un assassino sempre più misterioso e inafferrabile. E non può neppure essere circoscritto ai cinquantacinque giorni. E’ una vicenda che affonda le sue radici nella anomalie della storia italiana del dopoguerra. Una storia molto complessa di cui non si tiene quasi mai conto. E che sfugge innanzitutto ai brigatisti rossi, convinti di essere stati il motore esclusivo di avvenimenti che sono invece più grandi di loro. La mia scommessa è proprio quella di restituire alla vicenda Moro tutta la sua complessità”. (ChiareLettere, pagg.368, 12,00 euro)

RENATO MORO, STORIA DI UNA MAESTRA DEL SUD CHE FU LA MADRE DI ALDO MORO Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. Una madre ad esempio. Come Fida Stinchi, la mamma del Presidente della DC, Aldo Moro e protagonista del libro Storia di una maestra del Sud che fu la mamma di Aldo Moro scritto da Renato Moroprofessore ordinario di Storia contemporanea, figlio di Alfredo Carlo Moro e nipote dello statista democristiano. Giornalista, pedagogista e femminista ante litteram, Renato Moro ci consegna il ritratto di una donna straordinaria per il suo impegno politico, civile, culturale e sociale, per il suo valore di famiglia. Una figura decisiva nell’educazione e nella formazione del pensiero del figlio Aldo Moro, anche se il suo ruolo è stato spesso dimenticato. (Bompiani, pagg.312, 18,00 euro)

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